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Alimenti non idonei al consumo umano, contaminazione degli alimenti e sanzioni ai sensi del Food Act (selezione dalla giurisprudenza)

Nell'articolo di oggi vi presentiamo una panoramica di un'interessante giurisprudenza della Corte di Cassazione in relazione a determinati obblighi derivanti dalle fonti del diritto alimentare per gli operatori del settore alimentare. Tra i numerosi obblighi di questi soggetti, presenteremo, ad esempio, il punto di vista della prassi giudiziaria sul divieto di vendita di alimenti non idonei al consumo umano, l'obbligo di eliminare il rischio di contaminazione degli alimenti e, infine, cercheremo di spiegare perché è necessario imporre una sanzione più elevata per l'illecito amministrativo in caso di reiterazione della violazione della legislazione alimentare.

Divieto di vendita di alimenti non adatti al consumo umano

La Corte Suprema, nel caso in cui un'ispezione ufficiale di prodotti alimentari abbia rivelato una violazione della legge sui prodotti alimentari (legge n. 152/1995 Racc.).Nel caso di frutta e verdura fresche, si tratta di un tipo di alimento suscettibile di danni meccanici, ed è quindi necessario controllarne continuamente la sicurezza per il consumo, anche quando sono esposte nel negozio, perché nel caso di confezioni di frutta e verdura destinate al consumo, la frutta danneggiata meccanicamente e, soprattutto, microbiologicamente può contaminare tutti gli altri frutti presenti nelle confezioni in un periodo di tempo relativamente breve ".

La Legge sugli alimenti stabilisce che chi immagazzina alimenti è obbligato a ispezionarli, a conservarli in modo da consentire l'individuazione precoce di alimenti dannosi per la salute e il loro ritiro dalla circolazione. È vietata l'immissione sul mercato di alimenti non sicuri, garantendo così che non venga violato il diritto del consumatore ad acquistare alimenti sicuri e di buona qualità. Quando gli alimenti sono contaminati da influenze esterne, da altri fenomeni di putrefazione, deterioramento o decomposizione, c'è il rischio che le loro caratteristiche, qualità o sicurezza possano essere influenzate negativamente, con il rischio di effetti negativi sulla salute dei consumatori. I prodotti ortofrutticoli sono "alimenti vivi" e sono soggetti a continui processi biologici che, se conservati in modo scorretto, manipolati con noncuranza o se il controllo di qualità viene trascurato, possono causare un successivo deterioramento microbiologico.

Eliminare il rischio di contaminazione degli alimenti

Lo scopo della vendita igienica di prodotti da forno self-service non confezionati è che l'operatore garantisca che la vendita sia effettuata in modo da ridurre al minimo il rischio di contaminazione alimentare, ossia che adotti misure tali da eliminare il pericolo, esistente o potenzialmente imminente, a un livello accettabile.

Ai sensi del Regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio sull'igiene dei prodotti alimentari, la responsabilità primaria della sicurezza alimentare spetta all'operatore del settore alimentare. È sua responsabilità garantire che tutte le fasi di produzione, lavorazione e distribuzione degli alimenti soddisfino i requisiti igienici pertinenti. Tutti gli oggetti, gli arredi e le attrezzature con cui gli alimenti entrano in contatto devono essere costruiti, realizzati con materiali tali (facilmente pulibili e disinfettabili) e mantenuti in uno stato di manutenzione e ordine tali da eliminare qualsiasi rischio di contaminazione dall'ambiente esterno (perdita di capelli, starnuti, contaminazione degli indumenti, contaminazione aerea) e in cui sia garantito anche il ricambio d'aria.

Nella sentenza C-382/10 della Corte di giustizia dell'Unione europea, la Corte di giustizia ha affrontato la questione giuridica dell'igiene alimentare nel contesto in cui se un potenziale acquirente potesse teoricamente toccare a mani nude alimenti posti in contenitori coperti o starnutire o tossire sugli alimenti dopo averli aperti, questi non sarebbero protetti da alcuna contaminazione.

Il dispositivo della sentenza deve essere interpretato nel senso che, nel caso di cassette destinate alla vendita self-service di pane e prodotti da forno, la mera circostanza che un potenziale acquirente possa teoricamente toccare a mani nude gli alimenti messi in vendita, starnutire su di essi e quindi contaminarli con batteri e virus, non consente di per sé di concludere che tali prodotti alimentari non sono stati protetti da contaminazioni che potrebbero renderli inadatti al consumo umano, nocivi per la salute o contaminati in modo tale da non essere ragionevole, tenendo conto delle misure adottate da tali operatori, che tali prodotti alimentari non sono stati protetti da una contaminazione che potrebbe renderli inadatti al consumo umano, dannosi per la salute o contaminati in modo tale che sarebbe irragionevole aspettarsi che possano essere consumati in tale stato.

Meccanismo sanzionatorio previsto dal Food Act

In relazione all'imposizione dell'ammenda maggiorata, la Corte Suprema ha emesso una sentenza in cui ha espresso il parere legale che: "I. Il meccanismo sanzionatorio istituito dalla legge n. 152/1995 Racc. sui prodotti alimentari, come modificata, deve essere conforme ai requisiti di cui all'articolo 55, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali, secondo cui le sanzioni imposte devono essere effettive, proporzionate e dissuasive. In questo senso, la recidiva (articolo 28, paragrafo 6, della legge n. 152/1995Z.z. sui prodotti alimentari, e successive modifiche) soddisfa non solo il requisito della proporzionalità, ma anche quello dell'efficacia, proprio in una situazione in cui le precedenti sanzioni imposte a un operatore per violazioni di obblighi diversi o identici non hanno portato alla sua correzione.

 

II. I criteri per la determinazione dell'importo dell'ammenda inflitta ai sensi della legge n. 152/1995 Racc. sui prodotti alimentari, come modificata, sono determinati calcolando i fatti che l'autorità amministrativa è tenuta a prendere in considerazione (§ 28(9)). Poiché si tratta di un calcolo esaustivo, l'autorità amministrativa è obbligata, nell'esercizio della sua discrezionalità amministrativa per quanto riguarda l'importo specifico dell'ammenda da imporre, a trattare questi aspetti, a tenerli in considerazione e a trattarli in modo trasparente nelle motivazioni della decisione".  

 

Nel caso in cui l'operatore violi ripetutamente gli obblighi derivanti dalla Legge sui prodotti alimentari, per i quali è già stata comminata un'ammenda, ad esempio non garantendo l'igiene della vendita nei locali, non pulendo i locali della vendita, non pulendo tutte le attrezzature utilizzate nella vendita, non pulendo le aree di stoccaggio e, se necessario, non effettuando la disinfezione, la disinfezione e l'estinzione, l'autorità amministrativa ha il diritto di imporre all'operatore un'ammenda maggiorata.

A tal fine, l'autorità amministrativa tiene conto della gravità, della durata, delle conseguenze dell'infrazione, dei precedenti dell'operatore e dell'eventuale reiterazione dell'infrazione, essendo importante notare che l'imposizione di sanzioni pecuniarie per illeciti amministrativi, e quindi la decisione sull'ammontare delle sanzioni rientra nella sfera della discrezionalità amministrativa (potere discrezionale dell'autorità amministrativa), che rappresenta un certo grado di discrezionalità dell'autorità amministrativa e che le consente, nei limiti della legge, di prendere la decisione che ritiene più opportuna, tenendo conto delle circostanze specifiche del caso. La procedura con cui le autorità amministrative sanzionano una serie di altri illeciti amministrativi non è disciplinata dalla Legge sui prodotti alimentari o dal Codice di procedura amministrativa. Le autorità amministrative applicano il cosiddetto principio di assorbimento, secondo il quale la sanzione più severa assorbe quella più lieve, e quindi valutano la gravità dell'infrazione e la sanzione complessiva viene comminata in base al tasso previsto per la più grave di queste infrazioni.

  

Se siete interessati a una consulenza in questo settore o nella legislazione alimentare, contattateci all'indirizzo info@grandoaklaw.com o al numero +421 940 968 431. 

Risorse:

https://www.nsud.sk/data/files/2362_zbierka_1_2020_s.pdf

https://www.slov-lex.sk/pravne-predpisy/SK/ZZ/1995/152/20200721

https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CONSLEG:2004R0852:20090420:SK:PDF

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